Uncategorized

il primo giorno della mia vita – Paolo Genovese

Oggi ho comprato il libro di Paolo Genovese, il regista di perfetti sconosciuti.
Era lì nuovissimo, luccicante e appena pubblicato e, considerando che il film mi era piaciuto molto non ho saputo resistere.
Quello stesso giorno in libreria mi entra un signore distinto e super di corsa: Signorinaaa ce l’ha il libro di Genovese? Ne voglio 2!
Io gli prendo il libro condividendo l’entusiasmo di averlo appena acquistato anche io, e lui prende il telefono e mi fa vedere foto degli anni ’70 con lui e l’autore/regista, insieme durante il periodo del militare!
Bè ma allora è proprio un segno che devo legge ‘sto libro.
“Allora signore, mi raccomando, dica al suo amico Paolo Genovese, che la ragazza che le ha venduto i libri l’ha comprato anche lei subito dopo la pubblicazione! E che sarebbe carino da parte sua inviarle una copia autografata!!!
.. sto ancora aspettando..
Il libro parla di 4 persone, diverse età, diverse storie, stessa disperazione.
4 persone sopraffatte dall’angoscia che nella stessa notte di pioggia decidono di mettere fine alla loro vita nella città più suggestiva del mondo, New York.
Come se quel gesto potesse essere un atto di autorità nei confronti dell’esistenza che li ha travolti.
I personaggi a malapena ce li presentano in un paio di paginette ciascuno, non importa la loro storia o la loro depressione, perché fatto sta che non importa come e perché, ma lì, a un secondo prima di quel gesto estremo, l’ultimo, ci sono arrivati.
Un motivatore che galvanizza gli animi dei suoi spettatori e non riesce a spronare se stesso, una poliziotta inconsolabile, un ex atleta paralitica e un ragazzino di 12 anni irriverente e cicciottello.
Tutti loro sono reclutati all’ultimo secondo da un personaggio misterioso, un uomo senza un nome e con una station wagon che fa ai 4 protagonisti una proposta: chiede di dargli fiducia e di seguirlo per 7 giorni al termine dei quali torneranno lì, su quel ponte, su quel palazzo, in quell’auto, in quella stanza, in quello stesso momento e potranno decidere di nuovo se uccidersi ancora.
Da lì si crea una strana e scettica combriccola, piena di domande e frettolosa di poter tornare finalmente al momento tanto atteso di spiaccicarsi da qualche parte e godersi la pace eterna.
Ma l’uomo misterioso e la sua auto hanno tante sorprese, passato, presente e futuro si riaffacciano nella vita dei protagonisti per insegnarci che si, vivere può essere difficile, a volte molto triste, ma la cosa importante è la nostalgia della felicità e non smetterla di cercarla.
 
 
 
PAG 233
“Io non posso garantirvi che sarete felici. Un giorno sarete la lucina accesa, un giorno quella spenta, l’unica cosa davvero importante è che abbiate nostalgia della felicità.
Solo così vi verrà voglia di cercarla”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *